Il segno dell’anima

«La medicina si occupa sempre di più di rendere migliore la vita dell’uomo,anche quando non può più fare nulla per preservarla o prolungarla.Viviamo però (e non era mai successo prima) un clima culturale che considerale circostanze e le condizioni in cui ci troviamo a vivere, quasi più“decisive” del vivere stesso.Quasi che il desiderio strutturale dell’uomo di Infinito (“di non finire”)fosse sconfitto; come se la positività ultima della vita non fosse più un’esperienza possibile in determinate condizioni.Ma è ragionevole, possibile cercare di contribuire a migliorare la vita degliuomini, cercando di determinarne la qualità? E quali strumenti sono necessari,con quale metodo avvicinarsi ad un mistero così grande e profondo come quellodella vita di ogni singolo uomo?“Tutto concorre al bene per coloro che amano Dio”, questa frase di Paoloindica forse l’unica condizione che rende qualsiasi tentativo umano, nonviolento né artificioso, ma fruttuoso di conoscenza e di bene.Tutto può essere misteriosamente positivo quando ci si accosta all’uomo,quando ci accostiamo ad un altro, ricordandoci del desiderio di infinito checostituisce la natura più profonda ed intangibile del nostro io.
(Giuseppe Olivetti, Centro Culturale Simona Romagnoli)  

7 pensieri su “Il segno dell’anima”

  1. La qualità della vita è e può essere un’avventura da percorrere, scoprendo in noi ogni giorno la ragione di tale prospettiva.
    Buonanotte!! ♥ vany

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